L'intento è quello di scuotere la pigra fascia di ascoltatori del dopo Tg1. Un proposito più che abbordabile per Giuliano Ferrare, scalpitante per ritornare in Rai a riproporre il suo 'Radio Londra'. La dichiarazione d'intenti, come nel suo stile, non ammette fronzoli, né ammicca a buonismi del tutto lontani dal personaggio. "Spero di fare polemica, di rompere la cappa di ipocrisia, di dispiacere a certi giornali, a certi commentatori. L'Italia è occupata non da Berlusconi, ma da una mentalità, da una cultura e da un modo di essere delle elite e che mi fa venire l'orticaria". Così esterna a Repubblica il popolare conduttore, che si appresta a riempire lo spazio che fu di Enzo Biagi. "La crociata neo-puritana - prosegue - è la vergogna dello Stato italiano", osserva Ferrara chesi dice convinto della chance di Silvio Berlusconi nella volata per il Quirinale, nonostante il RunyGate. E poi, sottolinea, "sapevamo che cosa faceva Gronchi nella sua vita privata? E quello che combinava Merzagora, a lungo presidente del Senato? È già uno scandalo sapere ciò che sappiamo di Berlusconi". Capitolo compensi: per la trasmissione Ferrara confida che guadagnerà "tremila euro a puntata, 15 mila a settimana" con un "contratto è di due anni, opzione per il terzo". Ferrara respinge l'osservazione per cui non avrebbe credibilità come conduttore in quanto consigliere del premier. "Non sono il consigliere di Berlusconi - replica -. Faccio un giornale, scrivo dei commenti e in questo senso offro consigli alla politica".
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