Staccare la spina al governo Berlusconi o dettare un'agenda al sapore di ultimatum per proseguire la legislatura? C'è attesa vera, un clima elettrico a poche ore dal raduno di Pontida. Il rito collettivo del popolo padano mai come quest'anno appare decisivo per scrutare l'orizzonte della maggioranza dopo la doppia sberla dei risultati delle amministrative e dei quesiti referendari.
La base leghista scalpita, aspetta segnali forti. E proprio da Pontida partirà la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per la 'Territorializzazione dei Ministeri e delle Amministrazioni centrali dello Stato'. Per l'occasione sul prato di Pontida saranno dislocate tre maxi aree di raccolta firme, con più di 150 persone complessivamente coinvolte nelle operazioni tra compilatori e autenticatori.
Il ministro Calderoli, artefice dell'iniziativa, fissa il traguardo e rispolvera toni da Lega di lotta, più che di governo. "In sei mesi - annuncia - dobbiamo raccogliere 50mila firme, ma abbiamo l'intenzione di raccoglierne milioni, in modo da poter piegare il Palazzo". E dal 'Palazzo' romano, dopo le bordate del sindaco Alemanno, arriva a stretto giro di posta la replica del governatore del Lazio Renata Polverini, che annuncia una contro-petizione per mantenere i ministeri a Roma. Firme contro firme: "Se quello è lo strumento con il quale vogliamo misurarci - attacca Polverini - lo faremo anche perché se la vogliamo dire tutta, è lo strumento migliore rispetto a questo dibattito quotidiano che inasprisce la politica e che le persone non comprendono più". La partita non si gioca però solo sull'asse Roma - Pontida. A dettare lo stop alla svolta anti-centralista della Lega è anche il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, che in un'intervista al messaggero usa toni più soft e ricorre a una metafora calcistica: "È un autogol, fatta così è soltanto propaganda cui la gente del Settentrione non è interessata".
Ma non solo. Formigoni si lancia anche in un pronostico sull'atteso intervento di Bossi: "Sarà molto netto, strepiterà. Indicherà la strada delle riforme, chiederà di fare presto, invocherà un sferzata alla macchina del governo. Ma non romperà".
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