"Presto li accontenterò". Sandro Bondi, in una lettera al 'Giornale', annuncia che lascerà il ministero dei Beni culturali. "La decisione di dimettermi è innanzitutto una piena e consapevole scelta di vita maturata in secondo luogo dalle difficoltà incontrate", scrive Bondi. "Non sono stato sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo e da quei colleghi che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra Stato e cultura in Italia", prosegue Bondi.
L'esito era quasi scontato viste le numerose assenze di parlamentari dell'opposizione, Terzo Polo in testa. Come da pronostico la Camera dei Deputati ha bocciato sonoramente la mozione di sfiducia al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi presentata da Pd, Idv e Terzo Polo, con 314 no. solo 292 i favorevoli, mentre due parlamentari si sono astenuti. I presenti al voto erano 608, i votanti 606, la maggioranza richiesta 304. "Ma voi che avete presentato la mozione di sfiducia siete davvero interessati a discutere di cultura? O le vostre intenzioni sono altre?
Il Pdl prova salvare il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi dalla mozione di sfiducia parlamentare. Per farlo si rivolge direttamente a Matteo Renzi, chiedendo di fare da intermediario nel Pd toscano dopo la firma dell'accordo sulla valorizzazione del patrimonio artistico di Firenze.
Durissimo il commento sulla sentenza della Consulta da parte del coordinatore del Pdl e ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi "Oggi - ha detto Bondi in una nota - la Consulta ha stabilito la superiorità dell'ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all'esercizio della responsabilita' politica e istituzionale". "Siamo di fronte - ha concluso Bondi - al rovesciamento dei cardini non solo della nostra Costituzione, ma dei principi fondamentali di ogni ordine democratico".
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